Il Borgo di Vignacastrisi

VENITE NEL SALENTO PER DIVENTARE SANTI

VENITE NEL SALENTO PER DIVENTARE SANTI

Con questo slogan Carmen Mancarella, direttrice della rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge, in collaborazione con Unione Europea, fondo Fesr, Regione Puglia, Assessorato al turismo e al Mediterraneo, Provincia di Lecce, assessorato al turismo e al marketing territoriale, l’Agenzia Puglia Promozione di Regione Puglia, e i Comuni di Minervino, Castro, Nardò, Salve, Presicce con l’Unione della Grecìa salentina ha presentato alla Bit di Milano 2012 un nuovo modo di fare turismo e ha invitato i turisti a visitare la sua regione.

Secondo Carmen  più che visitare il territorio, bisogna  interpretarlo per diventarne i protagonisti. L’occasione viene data dalle Tavole di San Giuseppe, che si celebrano tra il 18 e il 19 marzo a Minervino. Alle due conferenze stampa, organizzate giovedì 16 e venerdì 17 da Carmen Mancarella, hanno partecipato l’assessore regionale al turismo, Silvia Godelli, l’assessore al turismo e al marketing territoriale della Provincia di Lecce, Francesco Pacella, il sindaco di Salve, Vincenzo Pasasseo, gli assessori al turismo di Nardò, Maurizio Leuzzi e di Castro, Luigi Capraro, il presidente della Camera di commercio, Alfredo Prete, la delegata di Pugliapromozione per la provincia di Lecce, Roberta Mazzotta, il dirigente del settore turismo della Provincia di Lecce, Tonino Rizzo, il presidente dell?Associazione regionale pugliesi di Milano, Dino Abbascià.

Gli oltre 100 giornalisti nazionali e internazionali sono stati invitati a vivere l’emozione di sedersi alle Tavole di San Giuseppe, intepretandone i Santi, sin dal prossimo educational che si svolgerà tra il 15 e il 19 marzo 2012 e che vede il sostegno anche di 28 partner privati, tra cui l’associazione degli operatori turistici di Vignacastrisi, www.vignacastrisi.it. Il tour farà tappa, oltre che a Minervino e a Vignacastrisi, due centri dell’entroterra idruntino, per le famose tavole, anche  a Martignano per ascoltare i canti di passione della Grecìa salentina, assistere al rito del passaggio attraverso la pietra nella cappella di San Vito, visitare città d’arte e di mare come Castro, Salve, Presicce e Nardò.

“I grandi eventi”, spiega l’assessore al turismo e al marketing territoriale della Provincia di Lecce,  Francesco Pacella, “ci aiutano a destagionalizzare il turismo, dimostrando come il Salento, la nostra bellissima terra possa essere vissuta tutto l’anno”.

 

Ma entriamo nei dettagli del pacchetto turistico presentato alla Bit.

A metà marzo nei paesini dell’entroterra idruntino come Minervino e Vignacastrisi si festeggia San Giuseppe in un modo del tutto originale. Rivivono il 18 e il 19 marzo le Tavole di San Giuseppe, allestite in piazza dalle amministrazioni comunali e nelle case dai privati, in segno di devozione verso il Santo. Nelle piazze viene apparecchiata una Tavola lunga 40 metri per la Sacra Famiglia e dieci Santi. Da degustare, recitando preghiere ci sono ben nove pietanze che rappresentano il meglio della gastronomia salentina e che hanno tutte un forte valore simbolico.

La Sacra Famiglia composta da Maria, Giuseppe e Gesù siede accanto ai dieci Santi: Sant’Anna, Santa Elisabetta, San Zaccaria, San Gioacchino, San Filippo, San Giovanni, Santa Maria Cleofe, Sant’Agnese e San Giuseppe D’Arimatea. Non indossano i panni colorati, nel segno del folklore, ma i panni della vita quotidiana. Ogni anno infatti ad impersonare i Santi sono persone care, persone che soffrono oppure ospiti illustri.

La rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge,  (www.spiaggepuglia.it), la Provincia di Lecce, assessorato al turismo e al marketing territoriale, l’agenzia Pugliapromozione, la Camera di commercio di Lecce, la Pro Loco di Minervino (prolocominerva@libero.it), l’associazione degli operatori turistici di Vignacastrisi, Vi.t.o. (www.vignacastrisi.it),  i B&B Casa Pasca  di Cocumola, (www.casapasca.it), danno la possibilità ai loro ospiti di impersonare i Santi. E’ un’esperienza da fare perché ricca di suggestioni.

Il  pacchetto turistico propone anche di visitare i Comuni di Minervino, Castro, Nardò, Salve, Presicce e Unione della Grecìa salentina, per assistere ai particolari riti della Settimana Santa e della Pasqua.

LE TAVOLE DI SAN GIUSEPPE

La Tavola, apparecchiata con tovaglie bianche ricamate e gigli, viene imbandita con la pasta e ceci (in dialetto la massa) che rappresenta i colori del narciso, che fiorisce in primavera. I lampagioni sott’olio e sott’aceto  simboleggiano il passaggio dall’inverno alla bella stagione, il pesce fritto ricorda Gesù, il cavolfiore il bastone fiorito di San Giuseppe, le ncartiddate (dolci tipici salentini ricoperti di miele) le fasce di Gesù Bambino, mentre lo stoccafisso era il cibo delle grandi occasioni.

Anche il modo in cui vengono consumate le pietanza è particolare: San Giuseppe siede a capotavola, impugnando il suo bastone. Degusta le pietanze e battendo due volte a terra il bastone indica agli altri commensali di terminare e di procedere all’altra portata. Tutto questo recitando preghiere.

I RITI DELLA SETTIMANA SANTA

E LA PASQUETTA DI CALIMERA

Le Tavole precedono i riti della Settimana Santa, la Pasqua e la Pasquetta salentina, che quest’anno cadono l’8 e il 9 aprile. Durante la quaresima si vivono riti unici. Nelle chiese di Calimera, paesino della Grecìa Salentina, un’area composta da undici paesi, nel cuore del Salento, dove si parla ancora il griko, riecheggiano le preghiere in griko dei suoi abitanti. L’obiettivo è di rivolgersi a Dio utilizzando la madre-lingua, che in questi paesini non era, una volta, né l’italiano, né il dialetto salentino, ma la lingua grika, un dialetto molto simile al greco che secondo alcuni venne importanto nel Salento dagli antichi coloni greci, secondo altri dai monaci bizantini, intorno all’anno Mille.

A Martigano il gruppo Arakne mediterranea esegue i Canti della Passione, canti in griko antichissimi che i contadini intonavano durante tutta la quaresima, girando con flauti e tamburelli tra le masserie. Cantavano la Passione di Cristo, commuovendosi e piangendo.

LA PASQUETTA DI CALIMERA

 IL RITO DELLA RINASCITA

LA PASQUETTA è da non perdere. A Calimera  il Lunedì dell’Angelo (9 aprile) si celebra il rito della rinascita. Nella chiesetta di San Vito, alla periferia del paese, c’è una grande pietra conficcata nel pavimento con un foro al centro. Tutti, magri o grassi, riescono a passarci dentro. Porta fortuna: è il simbolo della fertilità.

LE CITTA’ D’ARTE

CASTRO, UN MARE DI CULTURA

Città di mare, di pescatori, città messapica, Castro si divide in due: Castro Alta e Castro marina e si affaccia sul mare Adriatico a circa 20 chilometri a Sud di Otranto. Castro alta si arrampica sulla rocca, dominando un panorama mozzafiato. Ai suoi piedi, Castro marina, lambita dal mare limpido e profondo, dove si mangia buon pesce, passeggiando la sera sul lungomare.

Nel borgo antico di Castro alta si leggono i resti della civiltà bizantina: la cripta con i Santi orientali dagli occhi a mandorla, le fondamenta dell’antica città messapica, le casette medioevali, restate intatte. Durante i lavori di scavo, l’équipe guidata dal professore D’Andria ha scoperto una piccola statua in bronzo raffigurante la Dea Minerva con i resti del tempio a lei dedicati. E’ la conferma scientifica che Castrum Minervae, di cui parla Virgilio nel VI libro dell’Eneide era Castro. Enea vedeva il suo tempio da lontano, che appariva e scompariva per un effetto ottico,  e si rallegrava perché stava per approdare sulle sponde abitate da un popolo che aveva gli stessi costumi greci, i messapi.

NARDO’ CENTRO STORICO BAROCCO

E NATURA SELVAGGIA

Sulla sponda jonica sorge la bella Nardò, con un centro storico che dista dal mare appena 6 chilometri. Vaste distese di ulivi secolari, fanno della città salentina, la città dell’olio per eccellenza, e del vino negroamaro con interessanti realtà che si stato affermando sempre di più sui mercati internazionali. Il centro storico dalle chiese barocche, i palazzi gentilizi e le case contadine a corte, tipiche del Salento, sta vivendo un momento di forte rinascita e rilancio. Sempre più viaggiatori infatti hanno deciso di acquistare a Nardò la loro seconda casa: inglesi, francesi e tanti settentrionali.

Nardò ha ricevuto dal presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valor civile perché immediatamente dopo la seconda Guerra mondiale accolse gli ebrei nelle ville della marina di Santa Maria al Bagno. Nacquero storie di amore e di amicizia, raccontate oggi nel Museo dell’accoglienza di Santa Maria al Bagno, una casa utilizzata dagli ebrei liberati dai campi di concentramento e caratterizzata dai graffiti dove essi raccontavano il Sogno di ritornare nella Terra promessa.

Poco più a Nord, da visitare c’è Santa Caterina con la sua Portoselvaggio e l’area marina protetta, Palude del Capitano, che si estende fino a Porto Cesareo.

PRESICCE, LA CITTA’ DEI FRANTOI IPOGEI

Restando sulla sponda Jonica, da visitare una città quanto mai elegante: Presicce. Più di trenta frantoi ipogei si nascondono sotto la piazza principale. Presicce era una grande fabbrica di produzione dell’olio, considerato il petrolio fino ai primi dell’800 perché non veniva utilizzato solo per la cucina, ma anche e soprattutto per illuminare le vie e le case.

Dalla piazza principale dove si affaccia il giardino pensile della principessa si ammirano palazzi gentilizi di estrema eleganza che custodiscono giardini segreti, i giardini delle delizie dove si passeggiava e si meditava all’ombra degli aranci e di piante esotiche.

Particolare è anche il centro storico del rione Padreterno, dove le tipiche case contadine a corte si affacciano su un dedalo di viuzze.

MINERVINO IL PARCO DELLA PREISTORIA

Ma il Salento non è solo messapico, bizantino e barocco. Ci sono importanti testimonianze della vita dell’uomo, anche nella Preistoria. A Minervino, nel parco dei Megaliti, si trova il secondo dolmen di Puglia, il dolmen Li Scusi. E’ una pietra magica e se si prova ad entrare dentro si sente la sua energia positiva. Un foro sul tetto lascia penetrare i raggi del sole. Si presta a tante interpretazioni anche il cerchio magico fatto pietre che sembrano sedili, con al centro una specie di trono. Forse si riuniva lì l’assemblea del Gran Consiglio. Poco lontano due grandi menhir. Si protendono verso il cielo e sembrano voler raccontare il desiderio dell’uomo toccare il Cielo.

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