Il Borgo di Vignacastrisi

Cenni storici

storia-vignacastrisi1Le origini

Vinearum Castren, il suo nome originario, divenuto nel tempo Vignacastrisi, fa parlare di sé per la prima volta intorno all’anno Mille, quando i Normanni debellano definitivamente la dominazione bizantina ed istituiscono le grandi unità feudali.

Così alla Contea e Diocesi di Castro vengono annesse le terre di numerosi casali vicini, tra cui anche quelle di Vignacastrisi e del vicino casale di Capriglia.

Il nome

La comune interpretazione del toponimo del paese si riferisce forse al periodo in cui nelle terre del casale si coltivavano le “vigne di Castro”. Ed infatti lo stemma civico del paese rappresenta ancora una torre a pianta cilindrica avvinta da un tralcio di vite. Questa interpretazione però non è l’unica. Confrontando altre testimonianze storiche in tutto il Salento e consultando gli archivi storici qualcuno osserva che un’altra potrebbe essere la corretta interpretazione dell’etimologia di Vignacastrisi, il cui nome significherebbe “campagna fortificata”, “Vigna-Castrisi”, appunto.

Difatti le prime casette del borgo furono costruite su un rilievo roccioso, ancora oggi chiamato “Cutizzi” (scogli aguzzi), che si trova sul lato sud del paese –il più alto- a 95 metri dal livello del mare.

Fortificazioni naturali

Questa posizione geografica risultava estremamente favorevole per il controllo del territorio, il quale per sua natura era circondato da due zone denominate “Canali” e “Purgianne”: canali naturali di scolo delle acque molto profondi che creavano dei dirupi scoscesi tra Vignacastrisi e il territorio di Castro: la vallata da attraversare e i dirupi da risalire rendevano difficili le comunicazioni, e le infrastrutture moderne erano ancora inimmaginabili.

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La Chiesa fortezza

Nella seconda metà del 1500 un ulteriore punto di difesa venne costruito: la Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata, una chiesa fortificata, in cui gli abitanti del paesino potessero rifugiarsi in caso di attacchi improvvisi da parte delle flotte ottomane.

Qualcuno racconta che fosse in origine una delle torri difensive di Castro e che sia stata poi spostata a Vignacastrisi e trasformata in Chiesa.

L’antica comunità

Per molti decenni nelle case del borgo le famiglie allargate vissero praticando la comunione dei beni, lavorando come braccianti o “massari” alle dipendenze dei pochi nobili del paese. Una delle due famiglie più importanti erano i Guglielmo, che vivevano nel palazzo di piazza Umberto I, e i Baroni Bacile che possedevano una grande masseria, nella periferia del paese, oggi residenza estiva privata.

L’economia del Casale si basava sui possedimenti di queste famiglie, e sui loro raccolti del grano, orzo, avena, fave, lino, olive, olio, mosto e vino. Le grandi distese di uliveti però rendevano la produzione dell’olio l’attività più proficua: nei primi anni del ‘900 per poche centinaia di abitanti si contavano 4 frantoi funzionanti. Il più antico di questi è un frantoio semi-ipogeo che ora si nasconde nell’antico rione di Santu Lia. Sotto il manto stradale di via del Mare, invece, si trovavano disseminati una moltitudine di granai ipogei, scavati per deporvi le derrate in attesa di essere scambiate o trasportate ai mercati vicini. Uno di essi è stato ritrovato nei pressi della fontana ed è visibile attraverso una luce aperta nel marciapiede.

I rioni

Oggi per gli abitanti di Vignacastrisi le zone del paese si riconoscono secondo gli antichi rioni di appartenenza: la zona a sud è ancora chiamata Cutizzi, quella ovest invece è il rione di Santu Lia, così chiamato probabilmente dal nome di una Chiesetta – ora distrutta- intitolata a S.Elia. Il ponte del Palazzo Guglielmo costruito in via Napoli ha dato il nome al rione Ponte, e il più recente rione Mare, comprende tutta la zona che dalla piazza si estende verso l’antica strada che conduceva al mare.

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La zona Canali

Qui si nasconde la parte più inesplorata del paese e della sua storia: in mezzo alla vegetazione si scorgono caverne, cumuli e costruzioni tombali, unici testimoni di un tempo ancora da rivelare.

Fonte:  “Vignacastrisi – Un paese vicino al cielo”- Agostino Casciaro (in corso di pubblicazione)